lunedì 30 maggio 2016

Spunti di riflessione da "Fahrenheit 451"

«Un tempo, i libri si rivolgevano a un numero limitato di persone, sparse su estensioni immense. Ed esse potevano permettersi di essere differenti. Nel mondo c'era molto spazio disponibile, allora. Ma in seguito il mondo si è fatto sempre più gremito di occhi, di gomiti, di bocche. La popolazione si è raddoppiata, triplicata, quadruplicata. Film, radio, riviste, libri si sono tutti livellati su un piano minimo, comune, una specie di norma dietetica universale se mi intendi. Mi intendi?»
«Credo di sì».
«Immagina tu stesso: l'uomo del diciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i suoi cani, carri carrozze, dal moto generale lento. Poi, nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi. Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo».
«Finale esplosivo» e Mildred annuì, approvando.
«Le opere dei classici ridotte così da poter essere contenute nei quindici minuti di programma radiofonico, poi riassunte ancora in modo da stare in una colonna a stampa, con un tempo di lettura non superiore ai due minuti; per ridursi alla fine a riassuntino di non più di dieci, dodici righe di dizionario. Ma eran molti coloro presso i quali la conoscenza di Amleto (tu conosci certo questo titolo, Montag) si riduceva al "condensato" d'una pagina in un volume che proclamava: "Ora finalmente potrete leggere tutti i classici; non siate inferiori al vostro collega d'ufficio!". Capisci? Dalla nursery all'università e da questa di nuovo alla nursery. Questo l'andamento degli uomini degli ultimi secoli».
«Basta seguire l'evoluzione della stampa popolare: Clic! Pic! Occhio, Bang, Ora, Bing, Là! Qua! Su! Giù! Guarda! Fuori! Sali! Scendi! Uff! Clac! Eh? Pardon! Etcì! Uh! Grazie! Pim, Pum, Pam! Questo il tenore dei titoli. Sunti dei sunti. Selezione dei sunti della somma delle somme. Fatti e problemi sociali? Una colonna, due frasi, un titolo. Poi, mezz'ora, tutto svanisce. Il cervello umano rotea in ogni senso così rapidamente, sotto la spinta di editori, sfruttatori, radio speculatori, che la forza centrifuga scaglia lontano e disperde tutto l'inutile pensiero, buono solo a farti perdere tempo».
«La durata degli studi si fa sempre più breve, la disciplina si allenta, filosofia, storia, filologia abbandonate, lingua e ortografia sempre più neglette, fino ad essere quasi del tutto ignorate. La vita diviene una cosa immediata, diretta, il posto è quello che conta, in ufficio o in fabbrica, il piacere si annida ovunque, dopo le ore lavorative. Perché imparare altra cosa che non sia premere bottoni, girare manopole, abbassar leve, applicar dadi e viti? La chiusura lampo ha spodestato i bottoni e un uomo ha perduto quel po' di tempo che aveva per pensare, al mattino, vestendosi per andare al lavoro, ha perso un'ora meditativa, filosofica, perciò malinconica. La vita così diviene un'immensa cicalata senza costrutto, tutto diviene un'interiezione sonora e vuota».

(Ray Bradbury, da "Fahrenheit 451")