giovedì 16 giugno 2016

LA MODERNITÀ DI "MADAME BOVARY"

"Anela all'amore come una carpa su un tavolo di cucina anela all'acqua"

Quattordici ragazzi seduti sulle scale all'aperto ad ascoltare una storia scritta 160 anni fa.

Perché tutti siamo stati, o siamo, Emma Bovary. E a quattordici anni ancora di più. Ogni singola volta che la realtà è il vero incubo, e il sogno l'unica realtà.

(Enrico Galliano prof.)

A conclusione di un altro anno di incontri del nostro gruppo lettura

VIVERE IL LIBRO IN MODO COMPLETO: L'ESPERIENZA DI UN GRUPPO LETTURA

Leggere un bel romanzo è una bella esperienza ma condividerla con altre persone che hanno letto lo stesso libro contemporaneamente vi assicuro è molto più bello. Per quanti non abbiano ancora avuto l'occasione di partecipare ad un gruppo di lettura, il funzionamento è semplice: grazie a diversi metodi di diffusione dell'iniziativa, che possano essere la promozione dell'evento in libreria, in biblioteca o sui social, si comunica agli interessati il titolo da leggere e la scadenza prefissata, al termine della quale ci si incontra e si scambiano opinioni, mediati da un moderatore che presenta l'autore e il testo, sulle varie caratteristiche dell'opera (personaggi, ambientazioni, ritmo, stile narrativo etc).
Superato lo scetticismo iniziale, ho iniziato a partecipare ad uno di questi gruppi e mi sono reso conto ancor di più che la fruizione di un testo letterario è un'esperienza strettamente personale il cui esito non dipende solo dal testo stesso. Infatti il modo di interpretarlo e le modalità di ricezione dipendono tantissimo dalla sensibilità del lettore.
Quest'ultimo infatti non è una tabula rasa sulla quale lo scrittore inscrive le proprie storie e le proprie verità, ma è un essere che pensa e agisce, che vive in una determinata comunità, che ha una storia, una cultura, delle aspettative, dei pregiudizi, e con questo bagaglio si pone nei confronti di quanto legge, e quindi non solo capisce e interpreta ma spesso si indigna, si affeziona o si rattrista a modo suo.
In altri termini l'esperienza di lettura è il risultato dell'interazione fra due poli, il testo e il lettore, il cui risultato non è mai lo stesso ma cambia da persona a persona. A volte uno stesso lettore leggendo lo stesso libro può avere un'esperienza totalmente diversa in funzione del suo stato d'animo di quel particolare momento.
Altra considerazione: tutti i testi si presentano con ampi spazi di indeterminatezza che ogni singolo lettore può riempire. Ad esempio nessuna descrizione è talmente dettagliata da non consentire l'intervento della nostra immaginazione. Naturalmente ogni lettore, anche in questo caso, produce immagini a modo suo in base alla sua sensibilità e alle sue esperienze. Questo è il motivo principale che spesso si prova davanti alla riduzione cinematografica di un film.
Questa fruizione relativa rende l'idea di come non si possa avere una lettura "giusta" o "sbagliata" di un testo, ma semplicemente diversa. Ed è proprio da questo punto di partenza che può diventare estremamente prezioso provare il desiderio di condividere il frutto della propria soggettività con altri lettori. Un fattore di completezza che solo il confronto diretto riesce a garantire.
Giorgio Regnani ( imprenditore nel campo dell'editoria )

lunedì 13 giugno 2016

Omaggio a Yeats e Pessoa

Il 13 giugno nascevano due tra i più importanti protagonisti della poesia tra l''800 e il '900: William Butler Yeats, nato a Dublino nel 1865 da una famiglia di origine inglese e Fernando Pessoa nato nel 1888 a Lisbona, considerati rispettivamente il più grande poeta d'Irlanda e il maggior poeta di lingua portoghese (Pablo Neruda lo definì il poeta più rappresentativo del XX secolo).

Yeats pubblicò la sua prima raccolta di poesie ("The wonderings of Oisin") nel 1889, a soli 24 anni e nel 1923 vinse il premio Nobel per la letteratura "per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un'intera nazione".  Per la malferma salute spese i suoi ultimi anni in paesi caldi e morì nel 1939 nel sud della Francia. La Repubblica Irlandese mandò una nave da guerra a recuperarne il corpo, che giace, per volontà stessa del poeta, nel cimitero di Drumcliff, Sligo, sotto la montagna di Ben Bulben a cui aveva dedicato una delle sue ultime poesie e da cui sono tratte le parole del suo epitaffio: "Cast a cold eye, on death on life, horseman pass by".

Pessoa, dopo aver vissuto, dal 1896 al 1905, a Durban in Sudafrica, trascorse il resto della vita, alternando il suo lavoro con la collaborazione ad alcune riviste letterarie, in una stanza ammobiliata in affitto a Lisbona, dove sarebbe morto in solitudine nel 1935, rimanendo a lungo pressoché sconosciuto al mondo editoriale ed al grande pubblico. Solo dopo la sua morte si scoprì la grande quantità di scritti, in versi e in prosa, prodotti (ritrovati in un famoso baule), inclusi quelli che aveva pubblicato come opera di vari «eteronimi» (Alberto Caeiro, Ricardo Reis e Álvaro de Campos). La sua fama iniziò a diffondersi, in Portogallo e poi in Brasile, a partire dal 1940 e tutte le sue opere furono pubblicate postume.  


INNISFREE, L'ISOLA SUL LAGO (di William Butler Yeats)

Mi leverò e andrò, ora, andrò a Innisfree,

E costruirò una capanna laggiù, fatta d'argilla e canne,

Nove filari a fave avrò laggiù, un'arnia per le api da miele,

E solo starò nella radura ronzante d'api.


E avrò un po' di pace laggiù, ché la pace discende goccia a goccia,

Discende dai velami del mattino fin dove canta il grillo;

La mezzanotte è tutto un luccichio, il meriggio purpurea incandescenza,

La sera è piena d'ali di fanello.

 

Mi leverò e andrò, ora, ché sempre notte e giorno

Odo l'acqua del lago lambire con lievi suoni la sponda;

Stando in mezzo alla strada, sui marciapiedi grigi,

La sento nella fonda intimità del cuore.


NON STO PENSANDO A NIENTE (di Fernando Pessoa)

Non sto pensando a niente,

e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,

mi è gradita come l'aria notturna,

fresca in confronto all'estate calda del giorno.

 

Che bello, non sto pensando a niente!

 

Non pensare a niente

è avere l'anima propria e intera.

Non pensare a niente

è vivere intimamente

il flusso e riflusso della vita…

Non sto pensando a niente.

È come se mi fossi appoggiato male.

Un dolore nella schiena o sul fianco,

un sapore amaro nella bocca della mia anima:

perché, in fin dei conti,

non sto pensando a niente,

ma proprio a niente,

a niente…