domenica 4 novembre 2018

Gruppi di lettura: come crearne e uno e farlo vivere felice

CHE COS'È UN GRUPPO DI LETTURA?

Proviamo a rispondere nel modo più semplice possibile:

il gruppo di lettura è un insieme di lettori che decidono di condividere, parlandone, la loro lettura privata di uno stesso libro. Lettura privata va intesa come: ciascuno per proprio conto.
È una definizione approssimativa e molto generica dei diversi tipi di gruppi di lettura che conosciamo: è utile per cominciare; in alcuni casi è necessario renderla più specifica.

Ma quali sono le caratteristiche fondamentali di un gruppo di lettura?
Questa, invece, è una domande alla quale credo sia inutile provare a rispondere. Ci costringerebbe a selezionare, a fare una classifica di caratteristiche, magari ad escluderne.
Finiremmo nel tunnel della ricerca della presunta essenza di un Gdl, in un esercizio di definizione rischioso – che potrebbe anche portare a escludere qualche gruppo. Operazione dunque che ci allontanerebbe da quel che ci interessa: creare, sviluppare, vivere un gruppo di lettura.

STRUMENTI E REGOLE (premessa)

Seguiamo una strada più pratica; mettiamo a punto alcuni strumenti, e regole del gioco (flessibili, reversibili, modificabili via via che si gioca) che sappiamo che funzionano e che sicuramente aiutano a fare un gruppo di lettura.
Sono "strumenti" e "regole" ricavate da anni di frequentazione dei gruppi di lettura ma anche da esperienze di dialogo con altri lettori su cosa succede nei loro Gdl.
Alcune idee sono però anche frutto di attività ancora più estemporanee: conversazioni con altri lettori che non fanno parte di gruppi di lettura ma che esprimono interesse per la condivisione della lettura; domande di lettori ignari di come funzioni un Gdl; oppure di lettori scontenti della loro esperienza nei gruppi. Alcune cose le ho ovviamente imparate dal lavoro di alcuni bibliotecari.

OLTRE LE BIBLIOTECHE (premessa 2)

A proposito di bibliotecari, è d'obbligo un'altra premessa. Non pretendo in alcun modo di occupare lo spazio concettuale e pratico abitualmente occupato dal lavoro e dalle idee dei bibliotecari. Sappiamo che è soprattutto nel quadro della loro attività che, in Italia soprattutto, sono nati e si sono sostenuti negli anni decine di gruppi di lettura. E in questo quadro si è prodotto anche molto lavoro di divulgazione su "come fare". È però un lavoro che ha avuto soprattutto altri bibliotecari come interlocutori.
Qui vorrei invece rivolgermi ai lettori, da lettore. Sia perché il ruolo dei lettori anche sul piano organizzativo, nei gruppi che si creano e svolgono le loro attività nell'ambito delle biblioteche, è sempre più importante per la salute dei Gdl; sia perché il fenomeno dei gruppi di lettura manifesta ormai segni di vitalità anche fuori e indipendentemente dalle biblioteche.
È quindi  e soprattutto pensando a un gruppo di lettura totalmente o almeno in parte autogestito dai lettori che ho raccolto quello che ho scritto qui.

REGOLE DEL GIOCO

Cominciamo con alcuni "consigli" elementari, fondati su alcune regole del gioco. Alcuni di questi consigli, per essere applicati, richiedono l'uso di "strumenti" dei quali ci occuperemo successivamente.

1 – LA LETTURA È UN'ATTIVITÀ PRIVATA

(che poi, a volte, viene condivisa). Non date retta a chi sostiene il contrario e teniamo questa convinzione come bussola in tutte le attività e iniziative relative al gruppo di lettura: ci aiuterà a prendere decisioni giuste e realistiche e a evitare le delusioni.
Un gruppo di lettura non fa letture di gruppo. Ciascuno legge da solo, per i fatti propri, il libro scelto come libro da condividere. Poi, in un incontro a una data stabilita, si discute di quel libro. Un gruppo di lettura fa allora quella che viene definita "lettura condivisa"; da non confondere con la lettura di gruppo, che invece prevede che l'atto della lettura sia fatto insieme a tutti gli altri.

Parlare ad altre persone di un libro che si è letto può essere difficile e faticoso. Discutere di un libro, in modo pertinente e profondo, significa molto spesso aprire una finestra sulle proprie idee e i propri sentimenti, le proprie emozioni più intime. Ho conosciuto persone che hanno lasciato il gruppo, del quale pensavano di sentirsi felicemente parte, perché era diventato emotivamente troppo faticoso parlare con sincerità dei libri letti. Poi ci sono timidezze nel parlare con persone che si conoscono poco o per nulla; fastidio per il protagonismo di altri lettori; intolleranze all'imposizione di una data entro la quale il libro dovrebbe essere terminato per poterne parlare nell'incontro. E molti altri ostacoli, come vedremo.

Un gruppo di lettura si regge quindi su un equilibrio instabile. Da una parte la naturale indipendenza del lettore nella scelta del libro, nella personalizzazione della lettura, nella interpretazione, nel tempo da dedicare, nel modo di scegliere di cosa parlare a proposito di quel libro e di come parlarne, e in tutto il resto che fa di ogni lettore un lettore idiosincratico e irriducibile a qualsiasi "gruppo".

Dall'altra, però, abbiamo la forza considerevole, cognitiva ed emotiva, della condivisione con altri dell'esperienza unica e irripetibile di quanto e come si è letto quel libro. È una pratica di generosità che richiede uno sforzo: la trasmissione gratuita di un'esperienza intensa e importante, per molti lettori un'esperienza decisiva. Una esperienza simile a quella del dono: gratuità di pensieri ed emozioni generati dalla lettura.
In fondo, la condivisione della lettura della quale stiamo parlando si fonda sulla convinzione di fondo che le storie che si sono scoperte dentro i libri possano continuare a esistere solo se condivise, rimesse in circolo, con l'aggiunta di ideali note a margine volute dagli altri lettori.

2 – IL GRUPPO DI LETTURA DEVE AVERE CONFINI PERMEABILI.

In entrata, uscita, rientro, ri-uscita e così via. Un gruppo di lettura che rende difficile il transito si trasformerà presto in un ciarliero salotto; e in esso la conservazione del salotto stesso sarà più importante della qualità, del coraggio e della varietà della discussione.

Un salotto è diverso da un gruppo di lettura. Un gruppo che non favorisce il transito in entrata e uscita, rischia di irrigidirsi, faticherà a rinnovarsi e soffrirà molto l'instabilità generata da ogni – inevitabile – abbandono. E faticherà ad accogliere nuovi lettori (sempre che nuovi lettori, un Gdl "chiuso" riesca a trovarli).

Fra le possibili metafore efficaci per questo concetto di disponibilità e invito al transito nel gruppo di lettura, mi pare che funzioni quella del piccolo bus in viaggio – se ne vedevano parecchi negli anni Settanta, oggi un po' meno – che si ferma a far salire gli autostoppisti; l'atmosfera è accogliente, sul bus ci sono altri autostoppisti, si scambiano le provviste di cibo, l'acqua, il vino; si scambiano le idee e le emozioni, le storie. Poi, dopo un po' di strada, qualcuno scende, è arrivato. Altri salgono. È uno spazio aperto e, insieme, intimo, solidale e di confronto e di conforto, capace di mutare continuamente, e allo stesso tempo di mantenere la propria natura "aperta" e di esplorazione.

3 – IL GRUPPO DI LETTURA HA BISOGNO DI UNA CASA.

O meglio di un luogo pubblico (o quasi pubblico come il bus di prima) che faccia da casa. Certo, molti gruppi di lettura si riuniscono davvero nelle case private. Ma questa pratica, lo si intuisce, rischia di spingerlo presto a diventare il citato "salotto". L'esperienza ha fino a oggi indicato che le biblioteche pubbliche sono il luogo ideale per fare da casa a un gruppo di lettura. È il luogo più aperto, e capace di favorire il "transito". Vanno bene anche i locali di un circolo culturale aperto; persino quelli di un bar. Anzi, ho maturato la convinzione che nei bar, pub, enoteche possano nascere gruppi specifici e "leggeri", agili avanguardie. Questi luoghi potrebbero diventare fra i migliori per la creazione di nuovi gruppi, che magari si consolidano trovandosi altrove.

4 – MODERATORE.

La discussione di ciascun libro in un gruppo di lettura funziona meglio se guidata da un moderatore (in alcuni gruppi è stato chiamato "maestro di gioco", anche per ricordare che suo compito è tenere sempre presente che ci sono delle regole del gioco e che queste regole sono suscettibili di trasformazione). È importante che il moderatore cambi per ogni libro discusso. Il perché è intuibile: non si rischiano le conferenze, non si rischia l'omologazione a un solo tipo di discussione o interpretazione.
Un buon metodo è affidare di volta in volta il ruolo alla persona che più ha a cuore il libro scelto.

Ma serve davvero un "moderatore"?
Forse si può fare senza. Diciamo che su questo tema ci sono idee – forse contraddittorie – ancora in evoluzione e elaborazione. Tornate a leggere qui.

5 – COMUNICAZIONI.

Qualcuno deve fare da collante fra i lettori del Gdl, in particolare fra una riunione e l'altra, nelle pause estive e nelle feste di Natale. Comunica a tutti data e ora degli incontri; comunica il libro scelto a chi non ha partecipato all'ultima riunione; mette all'opera le idee per pubblicizzare il gruppo e favorire il "transito".

6 – LA SCELTA DEL LIBRO.

Scegliere il libro nel modo giusto è un passaggio molto importante: ve ne accorgerete quando tutto sarà mandato a monte tutto con scelte mediocri, fatte più per non scontentare nessuno che per interessare, sorprendere o scardinare sicurezze dei lettori, o con scelte superficiali. Se vi sembra una regola banale, non state tenendo conto della maledizione dell'abitudine. Quando il gruppo di lettura si consolida – dopo un po' di libri con le relative riunioni di discussione – la scelta rischia di diventare quasi una routine; e in questo modo viene sottovalutato l'impatto che questa scelta avrà sull'intensità di partecipazione alla condivisione della lettura e in definitiva sul futuro del Gdl.
Libri scelti dopo discussioni intense sono indicatori significativi della salute del gruppo di lettura. Libri scelti quasi senza pensarci dovrebbero essere un segnale d'allarme sulla salute del gruppo.

7 – LA DISCUSSIONE: (QUASI) NESSUNA REGOLA.

Il gruppo di lettura si autoregola. Trova equilibri che si ridefiniscono ogni volta, anche dipendenti dal moderatore, dal numero di partecipanti alla discussione, dal libro discusso. Un gruppo autoregolato riesce anche ad ammortizzare il potenziale di rovina generato da elementi di disturbo, per esempio il narcisismo di qualche partecipante.
Ovviamente il tutto in quadro di civiltà e rispetto che viene dato per accettato e rispettato da tutti.

8 – CHI PARTECIPA A UN GRUPPO DI LETTURA NON FA CRITICA LETTERARIA.

Non sostituisce i critici di professione. Ovviamente non si può impedire a un lettore di provare a fare il "critico". Ma un "vorrei essere un critico" tende ad appesantire la discussione e a creare malintesi e diffidenze. Viene visto come "uno che sale in cattedra". La discussione funziona meglio se i lettori/partecipanti esprimono al massimo l'esperienza soggettiva di lettura di quel libro, senza le pretese di oggettività nel giudizio estetico che segnano ogni lettore che "vorrebbe essere un critico".

9 – PROFONDITÀ.

D'altra parte, è decisamente meglio che le differenti personalità nel Gdl si esprimano liberamente. Anche a costo di appesantire la discussione. Una discussione articolata, magari anche con digressioni clamorose è meglio di un "like" alla Facebook, o di un, apparentemente più meditato: "È un libro ben scritto". Una discussione generica uccide il gruppo di lettura.

10 – IL GRUPPO DI LETTURA NON DOVREBBE AVERE "FINALITÀ", "OBIETTIVI", "RAGIONI" ESTERNE ALLA CONDIVISIONE DELLE LETTURE.

O meglio: può anche averle, ovviamente. Non dovrebbero però essere queste finalità a regolare il funzionamento del gruppo. Perché, se così fosse, ci troveremmo con un gruppo telecomandato, con poca inventiva e capacità di esplorare.

11 – IL GRUPPO DI LETTURA DEVE ESSERE AMBIZIOSO

Partecipare a un gruppo di lettura è una scelta forte che si colloca all'incrocio fra l'amore estetico per la scrittura d'autore, il bisogno di conoscenza, l'emozione della lettura "personale", l'urgenza del dire e condividere questa scoperta.

Ora, se si genera questa voglia forte di condividere quel che si è letto, che ci trascina dentro il gruppo di lettura, ovunque si riunisca; e se questa urgenza è così significativa: ecco che l'esperienza del gruppo di lettura dovrebbe essere ambiziosa e complessa, per non deludere. Coraggiosa.

12 – IL GRUPPO DI LETTURA CON LETTORI CHE NON LEGGONO I LIBRI

Come detto, anche a chi non ha letto il libro deve essere invitato a partecipare al Gdl. Tuttavia, in che misura la violazione della regola fondamentale del gioco (leggere il libro) mette a rischio l'esistenza stessa del gruppo di lettura?
Insomma, quanti lettori "che non giocano" è in grado di sopportare il gruppo?
C'è poi la questione dei lettori che parlano di libri che hanno letto decenni prima e che ora non rileggono? Anche loro giocano con regole diverse, che mettono in difficoltà il gruppo.
Forse, poi dovremmo dire la stessa cosa di chi legge i libri in modo superficiale e finisce col dire cose che non sono pertinenti con ciò che l'autore del libro ha scritto.

(https://gruppodilettura.wordpress.com/2011/06/29/gruppi-di-lettura-come-crearne-e-uno-e-farlo-vivere-felice/)




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