sabato 12 marzo 2016

Il manifesto di Kerouac

Dici Beat Generation e pensi alla gioventù bruciata americana degli anni '50, a Burrought, ad Allen Ginsberg, e soprattutto a Jack Kerouac. Dici Jack Kerouac e pensi a "Sulla strada" ("On the road") . Dici "On the road" e pensi a passaggi in autostop e lunghe distanze percorse su autobus che corrono dall'Est all'Ovest americano, e giù fino al Messico, alla ricerca di una libertà materiale e spirituale che si contrappone alla vita borghese e moralista americana e si ribella ai principi del capitalismo, alla ricerca della conoscenza interiore che si fonda sull'esperienza, alla ricerca di una vita audace e disinibita ed eccessiva che contempla la sperimentazione estrema di droghe, alcol e sessualità. Il viaggio nomade, visionario, avventuroso, estremo e, alla fine, forse, inconcludente per eccellenza.  

Oggi, nell'anniversario della sua nascita, il 12 marzo 1922, rendiamo dunque omaggio a Jack Kerouac e al suo romanzo più celebre, che oltre ad essere il manifesto del movimento Beat fu anche la prima opera cui sia stato riconosciuto  di aver creato un nuovo genere stilistico di prosa "spontanea".


"Beat, è il beat da tenere, è il beat del cuore, è l'essere beat e malmessi al mondo e come l'essere a terra ai vecchi tempi e come nelle antiche civiltà gli schiavi ai remi che spingevano le galere a un beat e i servi che facevano vasi a un beat."  (Jack Kerouac)

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