lunedì 7 marzo 2016

LA MASSERIA DELLE ALLODOLE ( ANTONIA ARSLAN - Padova 1938)

Antonia Arslan con il suo libro "la masseria delle allodole" scrive del genocidio degli armeni dando voce alla sua identità armena, vince il premio Strega, ed in seguito i fratelli Taviani lo portano sullo schermo . Il  governo turco vieta la proiezione del film nel proprio paese. In questo libro la scrittrice attinge alle memorie familiari per raccontare la storia di un popolo  mite e fantasticante, gli "Armeni"  e la nostalgia struggente per una patria ed una felicità perdute.
Yerwant ha lasciato la casa paterna tredicenne per studiare nel collegio armeno a Venezia. Dopo quasi quarant'anni sta ultimando i preparativi per rientrare alla masseria delle allodole, ma gli eventi precipitano, siamo nel 1915 l'Italia entra in guerra e chiude le frontiere, mentre il partito del Giovani Turchi insegue il mito della Grande Turchia in cui non c'è posto per le minoranze. Non ci sarà dunque festa alla masseria delle allodole per il suo rientro, ma solo "orrore e morte". Per le donne armene della masseria e del piccolo paese incomincia un'odissea di marce forzate, campi di prigionia, fame e sete, umiliazioni e crudeltà. Nel loro cammino verso il nulla, madri, figlie e sorelle si aggrappano disperatamente all'esistenza e tengono accesa la speranza. Sarà grazie alla loro tenacia, al loro sacrificio e all'aiuto disinteressato di chi rifiuta di farsi complice della violenza che tre bambine e un maschietto vestito da donna riusciranno a salvarsi e a raggiungere Yerwant in Italia.
Nel 2010 sono stata in Turchia, alla giovane guida che accompagnava il tour ho chiesto della storia degli armeni, mi ha risposto che la Turchia ha aperto gli archivi e gli armeni no, del film dei fratelli Taviani e del libro non ne sapeva nulla. Ho  suscitato comunque il suo interesse e salutandomi alla partenza ha detto 'mi informerò meglio'.
Oggi alla luce di quanto la ricerca storica ha prodotto è impossibile negare o ridurre il genocidio. I massacri della popolazione cristiana (armeni, siro cattolici,siro ortodossi, assiri, caldei e greci) avvenuti in Turchia tra il 1915-1916 sono ricordati dagli armeni come Medz yeghern "il grande crimine". Le uccisioni incominciarono nella notte tra il 24 e 25 aprile del 1915.D'all'inizio del 1915 gli armeni maschi in eta di servizio militare erano stati concentrati in "battaglioni di lavoro" e poi uccisi dall'esercito turco, mentre il resto della popolazione era stato deportato verso la regione di Deir ez Zor in Siria con marce della morte. Pari siano stati circa 1,2 milioni i morti.  I paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio armeno sono 22, tra cui l'Italia .
Ricordo questi frammenti importanti di storia perchè la storia ci aiuta a conoscere, a  non dimenticare ,a non ripetere gli errori del passato.
FIORANGELA BARACCHI

p.s. ricordo per chi ne fosse interessato che a Venezia esiste l'isola di San Lazzaro degli armeni. Pochi uomini nella laguna veneziana, sono stati in grado di salvare, negli ultimi tre secoli, un'antica storia nazionale. Hanno prodotto, per il proprio popolo, una rinascita artistica, letteraria e sociale. Da visitare.

Nel 2015, in occasione del trecentesimo anniversario dell'arrivo di Mechitar a Venezia e del centesimo anniversario del genocidio, l'isola ha ospitato il Padiglione della Repubblica d'Armenia della Biennale, che ha vinto il Leone d'oro per la migliore partecipazione nazionale.

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